30/04/1952
Caro diario, da tanto tempo ti ho qui davanti, ma non ho mai trovato né un motivo né una ragione per iniziare a scrivere. Lo faccio oggi, 30 aprile 1952, precisamente alle ore 8:00, perché il giorno più bello della mia vita è arrivato! Per prima cosa mi presento, sono V., ho 16 anni e sono nata a Pola il 14/04/1936. Sono tre giorni che non rientro a casa per paura che i miei genitori scoprano ciò che sto per fare. Sto per sposarmi con il ragazzo che mi ha rubato il cuore, di soli tre anni più grande di me, viene da Torino e si chiama G. Ci siamo conosciuti quando è venuto a Pola per i suoi studi e da quel giorno non ha più lasciato questa città. Sarà una cerimonia in piccolo, con i nostri amici più intimi e il sacerdote della nostra parrocchia. Io indosso il vestito di mia nonna con la speranza di vivere un matrimonio da sogno come il suo. Sono spaventata da quello che potrà accadere dopo questa mia folle scelta, se non altro però mi rassicura il fatto che tra neanche un mese potremmo stringere tra le braccia il frutto del nostro amore. |
18/10/1959
Caro diario, quante volte nello sfogliarti mi sono soffermata a leggere quelle mie parole del 30 aprile del 1952! Ancora oggi, anche se scritte ormai sette anni fa, riescono comunque a riportarmi a quel magico momento e a rivivere quelle turbolenti sensazioni che animavano il mio cuore in quel giorno. Ad oggi mi ritengo una donna fortunata e grata per i bellissimi doni che la vita mi ha offerto. L’amore tra me e G. è cresciuto di giorno in giorno, e le nostre noiose giornate da adulti vengono ravvivate dalla piccola L. e dal fratellino G., arrivato da poco. Dopo qualche anno questo matrimonio è stato accettato dai nostri genitori, che abbattendo i pregiudizi, hanno capito quanto fossero forti i sentimenti che ci legano. Siamo anche riusciti a trovare un lavoro stabile che ci permette di vivere la vita che abbiamo desiderato per noi e per i nostri figli. “Cosa potrei chiedere di più dalla vita, quando tutto ciò che fin da piccola aveva sognato è divenuto realtà? “ La magia di questa mia frase è svanita una settimana fa, quando il postino ci ha recapitato un mandato del comune, che ci avvisava che la nostra presenza a Pola non era più gradita. Quindi tutta la nostra famiglia dovrà trasferirsi presso un Campo Profughi, e più precisamente in un paesino della provincia di Arezzo chiamato Laterina. |